Almeno tre mutui a confronto nel 2025: una panoramica aggiornata

L’accesso al mercato dei mutui per l’acquisto della prima casa rappresenta spesso una sfida per i giovani, gravati da difficoltà economiche e requisiti stringenti, anche se ci sono diversi mutui a confronto nel 2025. Tuttavia, in Italia, esistono soluzioni mirate: diverse banche offrono mutui al 100% con condizioni particolarmente vantaggiose per gli under 36. Questi prodotti finanziari agevolano l’acquisto coprendo l’intero valore dell’immobile e proponendo tassi d’interesse e costi aggiuntivi più contenuti.

mutui a confronto nel 2025
mutui a confronto nel 2025

Soluzioni mutuo a marzo, le proposte di WeBank

Avete intenzione di realizzare il sogno di una vita e comprare una nuova abitazione? Oppure avete semplicemente voglia di mettere mano alla vostra casa e ristrutturarla? In entrambi i casi, nella maggior parte dei casi, si deve individuare la migliore soluzione in riferimento alla scelta del mutuo.

Proprio per questo motivo, per chi deve iniziare l’intero iter nel mese di marzo, può tornare utile dare un’occhiata alle più interessanti e vantaggiose offerte di mutuo che vengono proposte in questo periodo.

A marzo è interessante anche dare un’occhiata alla proposta di mutuo che viene messa a disposizione da parte di un altro istituto bancario ben noto come WeBank. Sono, scendendo un po’ più nello specifico, due le offerte che vengono proposte e che riguardano in modo particolare i mutui che vengono richiesti dai giovani.

Si tratta di soluzioni, che mirano alla sostenibilità ambientale, che si possono considerare come ottimali per tutti coloro che hanno intenzione di comprare una casa con un occhio attento verso l’ambiente.

La soluzione principale a cui stiamo facendo riferimento è quella denominata WeBank Giovani Fisso Green. Si tratta di un mutuo che si adatta molto bene alle esigenze di quanti sono alla ricerca di stabilità e sicurezza dal punto di vista economico.

È chiaro che, in questo momento storico in modo particolare, puntare su un mutuo con un tasso fisso vuol dire cercare la maggior e miglior tutela possibile rispetto all’imprevedibilità che caratterizza il mercato attualmente. Detto questo, si tratta di un prodotto che può andar benissimo per tutti coloro che hanno a disposizione un budget mensile fisso e non ammette alcun tipo di rischio o di incertezza. Per quanto riguarda un esempio di stipula di un mutuo di 30 anni, con una richiesta pari a 180 mila euro per un richiedente che ha meno di 36 anni, la soluzione proposta prevede una rata pari a 722,50 euro, con un tasso pari al 2,62% e un TAEG pari al 2,66%.

Un’altra proposta molto interessante è quella del mutuo WeBank Giovani Variabile Green. Si tratta di un prodotto che presenta una caratteristica di maggiore flessibilità e, dal punto di vista potenziale, porterebbe in dote molti vantaggi in più rispetto ad un mutuo a tasso fisso. D’altro canto, è pur sempre vero che un mutuo a tasso variabile è più dinamico, ma pure più rischioso. Stessi dati del precedente esempio, con una richiesta di mutuo pari a 180 mila euro da parte di una persona che ha meno di 36 anni. La rata ha un importo pari a 814 euro, con un tasso pari al 3,56% e un TAEG del 3,64%.

Bce, altra sforbiciata ai tagli, occhio però ai rischi

Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha comunicato in via ufficiale un ulteriore taglio dei tassi di interesse. Insomma, un altro tassello che rafforza un percorso di vera e propria riduzione dell’inflazione, a cui si aggiungono delle ottime stime in riferimento a questo aspetto, visto che pare che l’inflazione dovrebbe aggirarsi in maniera sempre più stabile sul 2%, che è l’obiettivo a medio termine da raggiungere per la BCE.

Proprio per questo motivo, tenendo conto di tutti questi aspetti, il consiglio direttivo ha deciso di attuare un taglio pari allo 0,25%, in base al quale il tasso di interesse che è legato ai depositi nella banca centrale subirà una riduzione pari allo 2,5%. Di conseguenza, il tasso che ha ad oggetto le più importanti attività di rifinanziamento toccherà il 2,65%, mentre il tasso di interesse ad oggetto le attività di rifinanziamento marginale si ridurrà fino ad arrivare al 2,90%.

Lagarde, però, non si nasconde dietro a un dito, mettendo in evidenza come si tratti pur sempre di un equilibrio davvero molto delicato, dato che tutto potrebbe cambiare da un momento all’altro.

È chiaro che tanto del futuro dei tassi di interesse è legato alle tensioni commerciali, che stanno continuando ad aumentare e che, inevitabilmente, potrebbero riflettersi in modo molto negativo sull’inflazione. La conseguenza principale potrebbe essere quella di un calo del prezzo dell’euro, comportando al contempo un incremento del costo delle importazioni.

In poche parole, l’ultimo taglio praticato dalla BCE ai tassi di interesse potrebbe essere anche l’ultimo. Detto questo, è chiaro che l’invito della BCE è quello di non cedere a una guerra dei dazi, dal momento che, altrimenti, il peggio sarebbe alle porte. La Lagarde ha messo in evidenza come le tensioni commerciali potrebbe comportare una riduzione della velocità a cui cresce l’Eurozona e anche gli investimenti ne risulterebbero influenzati in modo negativo.

È chiaro che queste parole fanno presagire come la BCE, nelle prossime valutazioni dei dati, dovrà attentamente approfondire ogni aspetto e criticità prima di mettere in atto un altro taglio dei tassi di interesse. Tutto questo significa che, nel caso in cui i dati metteranno in evidenza la possibilità di effettuare un’altra sforbiciata, è chiaro che la BCE non si tirerà indietro. In caso contrario, però, la banca centrale europea non applicherà alcuna riduzione dei tassi. Il problema principale, quindi, in vista del futuro, sarà proprio quello di cercare di rendere questo quadro complessivo molto più stabile e meno imprevedibile.

Mutui a tasso variabile in aggiornamento: previsti tagli BCE

Bisogna analizzare con grande attenzione un tema delicato come quello dei mutui a tasso variabile, considerando il fatto che gli ultimi report ci parlano di possibili tagli BCE e risparmi in arrivo anche qui in Italia, pur con alcune note a margione

L’Osservatorio di MutuiOnline.it rivela che a dicembre 2024 il tasso medio dei mutui variabili a 20 e 30 anni è sceso al 3,93%, con offerte migliori al 3,49%. Un ulteriore taglio di 0,25% da parte della BCE, previsto per fine gennaio 2025, potrebbe portare il tasso medio al 3,68% e le offerte migliori al 3,24%.

mutui a tasso variabile
mutui a tasso variabile

BCE pronta a nuovi tagli dei tassi, mutui più convenienti nel 2025

Mutui più convenienti quest’anno. La Banca Centrale Europea (BCE) si prepara a una nuova riduzione dei tassi di interesse dopo la riunione del 30 gennaio 2025, la prima dell’anno. Dopo quattro tagli nel corso del 2024, l’istituto guidato da Christine Lagarde sembra intenzionato a proseguire sulla strada dell’allentamento monetario per sostenere la crescita economica dell’Eurozona, che stenta a riprendersi.

mutui più convenienti
mutui più convenienti

Tassi dei mutui in discesa: conviene il variabile o il fisso?

Tassi dei mutui in discesa secondo alcuni addetti ai lavori, al punto che oggi diventa molto importante capire come muoversi al meglio in questo mondo. In particolare, in tanti si stanno chiedendo se convenga il variabile o il fisso, provando a non farsi trovare impreparati nel momento in cui occorrerà prendere decisioni importanti. Vediamo come stanno le cose, in base alle prime informazioni che abbiamo avuto modo di raccogliere.

tassi dei mutui
tassi dei mutui

Il mercato immobiliare in raffreddamento di Milano

Il mercato immobiliare milanese, un tempo focolaio di attività, ha subito un notevole rallentamento nel 2024. Per rilanciare le transazioni, deve essere soddisfatta almeno una delle tre condizioni: prezzi più bassi, mutui più economici o stipendi più alti. Mentre quest’ultima è altamente improbabile, le prime due offrono un certo potenziale.

mercato immobiliare
mercato immobiliare

Mutui prima casa per gli Under 36, cosa prevede la nuova legge

Indispensabile oggi soffermarsi sui mutui prima casa per gli Under 36, visto che in tanti si chiedono cosa preveda a conti fatti la nuova legge. L’Italia ha esteso il suo supporto per gli acquirenti di prima casa, in particolare per i giovani, le famiglie numerose e coloro che hanno risorse finanziarie limitate.

mutui prima casa
mutui prima casa

Mutui nel 2025, cosa aspettarsi da questo scenario

Proviamo ad approfondire lo scenario prospettato nel 2025, soprattutto in considerazione del fatto che i tassi Euribor stanno calando molto più rapidamente del previsto nel corso del quarto trimestre del 2024. È chiaro che bisogna tenere in considerazione anche il nuovo calo, intorno ai 25 punti base, operato dalla Bce.

Un allentamento della politica monetaria? Ecco cosa ne pensano gli analisti…

In base a quanto emerso dal lavoro degli analisti, le redini meno salde circa la politica monetaria continuerà anche durante il prossimo anno. Tra l’altro, tale situazione di allentamento potrebbe essere molto più importante di quanto era stato previsto, in maniera da fungere da adeguato stimolo all’economia che sta attraversando un forte momento di crisi, soprattutto correlata alle grandi difficoltà di Francia e Germania.

Uno scenario, quindi, che si tramuta in un’occasione perfetta per chi spera di risparmiare dei soldi sul mutuo. Il prezzo totale del mutuo, infatti, potrebbe fare un passo indietro notevole durante il 2025. Il mutuo, in effetti, è un investimento di durata piuttosto prolungata, che può arrivare fino a 30 anni, in cui gli interessi passivi diventano molto importanti e condizionanti sul costo complessivo. Qualsiasi cambiamenti nei tassi di interesse, è abbastanza pacifico, può comportare un impatto notevolmente non solo sulla rata mensile, ma anche sul budget che ha a disposizione la famiglia.

Per provare a intuire quella che potrebbe essere l’evoluzione del mercato di questa tipologia di investimenti nel corso del 2025, è necessario tener conto di tante novità che entreranno in gioco, non solo in ambito economico, ma anche dal punto di vista normativo.

Gli effetti della manovra 2025 del Governo

In primo luogo, è necessario considerare quello che potrebbe essere l’impatto diretto della Legge di Bilancio 2025, che porterà in dote diverse novità in riferimento ai mutuatari. Le conseguenze dovrebbero riguardare in modo particolare le detrazioni fiscali che si riferiscono agli interessi sui mutui sulla prima casa. Una mossa che mira in modo particolare a razionalizzare le spese fiscali, visto che il Governo ha scelto di applicare un limite massimo alle detrazioni. Tale scelta finirà per provocare delle conseguenze sui contribuenti che hanno un reddito pari ad almeno 75 mila euro.

Abbastanza facile intuire come nel 2025 è atteso anche un nuovo sforzo da parte della Bce, che dovrebbe applicare ancora altri quattro tagli ai tassi di interesse. Le previsioni evidenziano come il tasso che riguarda i depositi Bce potrebbe arrivare intorno al 2,25%, avvicinandosi all’obiettivo del 2%. Uno scenario che chiaramente andrà a impattare in maniera evidente i mutui.

Bce, gli effetti potenziali di un nuovo calo dei tassi di interesse

In quest’annata si è trattata della quarta occasione in cui la Bce ha deciso di dare una sforbiciata ai tassi di interesse. Di conseguenza, provando a scendere un po’ nel dettaglio, cerchiamo di capire quale potrebbe essere ora il ruolo dei tassi di interesse nella regolazione del costo dei finanziamenti, senza dimenticare anche la gestione dei mutui e del debito pubblico.

Il taglio del 3% non è ancora sufficiente per tornare ai livelli del 2022

Attualmente si è arrivati a un taglio del 3%, ma in ogni caso si rimane su un livello decisamente differente rispetto a quello di partenza, ovvero il 2022, annata in cui i tassi di interesse risultano addirittura in negativa e ci si trovava in un periodo in cui l’inflazione era ai minimi storici.

Insomma, la domanda principale da farsi ora è quella riguardante lo scenario che si prospetterà nel 2025. Stando alle stime di mercato, gli investitori sono convinti che la Bce produrrà un taglio ai tassi di interesse per altre quattro volte, esattamente come nel 2025. A quanto pare, l’obiettivo è quello di toccare la soglia del 2% all’incirca.

Il comunicato stampa della Bce

All’interno del comunicato stampa che è stato pubblicato da parte della Bce, infatti, viene riportato un aspetto particolarmente interessante e che merita di essere messo in luce. Ovvero, le stime che hanno ad oggetto l’inflazione evidenziano che l’aumento dei prezzi dovrebbe aggirarsi intorno al 2% in un periodo a medio termine. Così, la Banca Centrale Europea ha deciso di inquadrare l’obiettivo da raggiungere, in base a quanto è previsto dallo statuto, di toccare il 2,1%. D’altro canto, anche la crescita non dovrebbe velocizzarsi, anzi potrebbe fare dei passi indietro.

Stando alle voci che si rincorrono da Francoforte, si tratta dell’indicazione da seguire che i tassi debbano essere oggetto di un apposito taglio, dal momento che l’inflazione non rappresenta più la stessa situazione emergenziale com’era in precedenza. Proviamo a capire meglio nel 2025 cosa potrebbe cambiare per chi ha già acceso un mutuo. Ad esempio, in caso di mutuo a tasso variabile, una simulazione che mette a confronto alla situazione attuale rispetto a giugno del 2022, una rata da 450 euro in su, oggigiorno si aggira intorno a 664 euro. È chiaro che si rimane ancora notevolmente distanti in confronto ai livelli da cui si partiva.

Quindi, la soluzione migliore sarebbe quella di provvedere all’apertura di un nuovo mutuo. In base agli ultimi dati che sono stati forniti, al momento il tasso fisso più vantaggioso è pari al 2,5%, ma invece il tasso variabile è pari al 3,7%.

Mutui in Italia in calo, ecco quali sono i motivi principali

Nel corso dell’ultimo anno, i dati che hanno ad oggetto l’attività di compravendita degli immobili sul territorio italiano hanno riscontrato una netta diminuzione, intorno al 10%. Cerchiamo di capire meglio, però, il motivo per cui un numero così elevato di italiani ha scelto di evitare di comprare una nuova abitazione.

Stando alle ricerche che sono state svolte da Facile.it, ecco che sono varie le motivazioni che sottendono un simile comportamento. Da un lato, infatti, ci sono delle ragioni piuttosto evidenti e tangibili, che si riferiscono soprattutto all’ambito finanziario, come ad esempio l’incremento dei tassi di interesse, così come dell’inflazione, ma al contempo la riduzione delle risorse economiche a disposizione. D’altro canto, spesso e volentieri, ci si mette anche la paura di fare un passo del genere, insieme ad una bassa conoscenza di questo settore e di come muoversi in questi casi.

Una delle preoccupazioni più importanti e diffuse, infatti, è quella relativa all’eventualità di trovarsi di fronte a un “no” rispetto alla domanda di concessione del mutuo. Ebbene, tale paura, in alcune situazioni, può addirittura portare le persone a evitare di inviare la richiesta stessa di mutuo.

Un’altra preoccupazione piuttosto nota e diffusa riguarda la durata del mutuo, un aspetto che finisce per condizionare e non poco anche l’importo che caratterizza ciascuna rata mensile, così come gli interessi complessivi da pagare. Un mutuo che si estende per una durata maggiore va a diminuire notevolmente l’importo delle diverse rate, ma al contempo va a incrementare gli interessi totali. Un mutuo caratterizzato da una durata minore, invece, porta in dote delle rate dall’importo più alto, ma con una quota di interessi inferiore.

In tutti i casi, la cosa che conviene fare è quella di valutare con la massima attenzione quelle che sono le proprie esigenze, tenendo sempre a mente la possibilità di effettuare una rinegoziazione del mutuo, oppure addirittura estinguere anticipatamente il mutuo stesso. Necessario ribadire anche che gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, ma la maggior parte degli istituti bancari mette a disposizione della clientela delle soluzioni adatte per poter far fronte a tali situazioni. Ci sono anche delle polizze assicurative che si possono stipulare per potersi proteggere da eventi infausti, come ad esempio la perdita del posto di lavoro. si tratta, vale la pena ricordarlo, di polizze che non hanno il carattere dell’obbligatorietà, ma che possono rappresentare in ogni caso un’ottima soluzione per garantire un’adeguata protezione a tutta la propria famiglia.

Mutui nel 2025: cosa aspettarsi?

Mutui nel 2025 al centro di ulteriori approfondimenti oggi, visto che un numero crescente di persone si sta chiedendo cosa dobbiamo aspettarci in vista del prossimo anno. Questione calda, che forzatamente sposta non pochi equilibri in tante famiglie qui in Italia.

Il mercato dei mutui nel 2025 è destinato a subire ulteriori evoluzioni, influenzate principalmente dalle decisioni della Banca Centrale Europea (BCE) e dall’andamento generale dell’economia.

mutui nel 2025
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Intestazione mutuo a persona differente dal proprietario, un approfondimento

Tante volte ci si fanno domande su determinate operazioni bancarie, come ad esempio se possa essere davvero possibile l’intestazione di un mutuo a una persona che è diversa rispetto al proprietario dell’abitazione. In realtà, come si può facilmente intuire, si tratta di una situazione molto più diffusa e frequente di quanto si potrebbe pensare, a maggior ragione nell’ambito delle famiglie. L’esempio più classico a cui fare riferimento è quello relativo ai genitori che prendono la decisione di intestarsi il mutuo che riguarda l’acquisto di un immobile da parte di uno dei figli.

Nella maggior parte dei casi, nel caso in cui l’intestatario dovesse avere una posizione reddituale particolarmente solida, le banche non si mettono certo di traverso di fronte a una simile opportunità. Ad ogni modo, è consigliabile prima di tutto individuare il mutuo più adatto alle proprie esigenze e poi, nel caso, intestarlo a qualcun altro che non sia il proprietario di casa.

La normativa attualmente in vigore in Italia, in realtà, è molto più semplice di quello che si potrebbe pensare. Infatti, non c’è alcun divieto legato all’individuazione di due soggetti differenti tra i ruoli di mutuatario e di proprietario di casa. Come detto, anzi, è una situazione che capita molto spesso in Italia, dal momento che nella maggior parte dei casi l’intestazione del mutuo che riguarda l’acquisto della prima casa per i figli avviene sulle spalle dei genitori, a maggior ragione quando i figli non hanno ancora raggiunto una sufficiente autonomia dal punto di vista finanziario.

Sono varie, in ogni caso, le situazioni a cui facciamo riferimento. Ad esempio, potremmo essere nella situazione di un mutuo che viene intestato a un soggetto differente rispetto al proprietario principale, oppure il mutuo viene intestato a una persona differente, ma che in ogni caso conserva una quota di proprietà dell’immobile oggetto dell’operazione. Altrimenti, c’è la situazione del mutuo cointestato, in cui c’è solamente un soggetto che si occupa, nella pratica, di pagare il mutuo.

Come si può facilmente intuire, ogni accordo relativo all’utilizzo della casa dovrà poi avvenire tra le parti in maniera del tutto autonoma. Giusto per fare un esempio, chi è effettivamente proprietario di casa potrebbe scegliere di garantire il possesso dell’immobile alla persona che si è intestata il mutuo, dopo aver sottoscritto apposito contratto di comodato d’uso. Insomma, nella normativa italiana non sono presenti vincoli o divieti in merito a una simile opportunità, che peraltro è diffusa da diversi decenni.