Tasso variabile dei mutui, tendenza nuovamente calda nel 2025

Spread the love

Massima attenzione, oggi, al ritorno in grande stile del tasso variabile per quanto concerne i mutui. Chi si trova ora a richiedere un mutuo per l’acquisto di una casa dovrebbe considerare con attenzione il ritorno del tasso variabile tra le opzioni possibili. Nonostante il tasso fisso continui ad offrire condizioni più vantaggiose nell’immediato, la costante discesa del variabile, suggerisce una riflessione a lungo termine. È fondamentale analizzare le previsioni sull’andamento dei tassi d’interesse e le strategie delle banche per prendere la decisione più adatta alle proprie esigenze.

tasso variabile
tasso variabile

Dettagli da considerare sul tasso variabile dei mutui nel 2025

Il ciclo di tagli ai tassi BCE avviato a giugno 2024 sta producendo effetti concreti sul mercato dei mutui, in particolare sui tassi variabili, il cui indice di riferimento Euribor ha subito una marcata contrazione. Di conseguenza, il TAN medio dei mutui variabili a 20 e 30 anni è diminuito significativamente.

Sebbene ciò si traduca in un alleggerimento della rata per i mutuatari a tasso variabile, il tasso fisso mantiene una maggiore attrattività in termini di costo complessivo. La strategia delle banche di applicare spread più bassi al fisso, probabilmente motivata da una cautela legata alle persistenti incertezze economiche globali, continua a rendere questa tipologia di mutuo più competitiva.

La mancata convenienza del tasso variabile, nonostante l’Euribor inferiore all’IRS per la prima volta in due anni, dipende dalle politiche bancarie che mantengono spread elevati sui variabili, offrendo invece condizioni promozionali vantaggiose sul fisso. Le previsioni indicano un ulteriore calo dell’Euribor nel 2025, potenzialmente sotto il 2% entro fine estate. Un adeguamento degli spread sul variabile da parte delle banche potrebbe concretizzare il sorpasso entro l’anno.

Il mercato dei mutui mostra cautela: nel primo trimestre 2025, il 99,6% delle richieste riguarda il tasso fisso, evidenziando la preferenza dei consumatori per la stabilità e un’offerta commerciale ancora orientata in tal senso. In crescita la surroga, passata al 37,6%, come strumento per rinegoziare i mutui esistenti sfruttando il calo dei tassi senza costi aggiuntivi. Il mercato osserva attentamente l’evolversi della situazione, pronto ad adattarsi a un eventuale cambio di scenario.

In un mercato dei mutui dinamico, il tasso misto e l’opzione di switching riacquistano attrattiva. Questi strumenti consentono di beneficiare del potenziale ribasso dei tassi variabili, godendo al contempo della sicurezza iniziale del tasso fisso. La decisione finale rimane strettamente legata al profilo del richiedente: chi predilige la stabilità opterà per il fisso, mentre chi è più propenso al rischio e prevede un miglioramento del quadro macroeconomico potrebbe considerare con interesse il ritorno al variabile, sfruttando la flessibilità offerta dalle soluzioni miste o con opzione di cambio. Di sicuro, occorre fare molta attenzione al ritorno del tasso variabile.