Mutuo a tasso conveniente, gli italiani non hanno dubbi

Mutuo a tasso fisso o mutuo a tasso variabile? Ebbene, finora gli italiani non sembrano avere dubbi visto che in otto casi su dieci continuano a puntare sul mutuo a tasso variabile, principalmente indicizzato all’euribor piuttosto che magari al tasso Bce che il sistema bancario nel nostro Paese continua a proporre con spread più elevati. Quindi, sebbene l’euribor con scadenza a tre mesi si sia portato sopra il tasso Bce, ovverosia sopra l’1%, i mutui variabili, con tassi complessivi, euribor + spread, al 2,5% circa, continuano essere preferiti rispetto ad un mutuo a tasso fisso, ovverosia indicizzato all’Irs, che il sistema bancario attualmente propone ad un costo complessivo di poco inferiore al 4%. A conti fatti gli italiani a fronte dell’incertezza sugli importi delle rate da pagare in futuro preferiscono il mutuo variabile andando a risparmiare sul differenziale di tasso tra fisso e variabile che è pari all’incirca all’1,5%, e che nell’arco di dieci o più anni va ad incidere sul costo complessivo del finanziamento.

Le banche oramai propongono anche i cosiddetti mutui col “cap” che proteggono da eccessivi rialzi del costo del denaro sui mercati. In particolare, il tetto massimo fissato dalle banche si aggira attorno al 5%, un livello che, secondo quanto messo in risalto dal portale di comparazione online Supermoney.eu, difficilmente sarà superato in tempi brevi.

D’altronde, rispetto ai livelli attuali, l’euribor a tre mesi dovrebbe far registrare un incremento del 400% circa per portarsi al 5%, un livello del costo del denaro compatibile sia con un’inflazione galoppante in Eurolandia, sia con un contesto caratterizzato da un vero e proprio boom economico. Trattasi di uno scenario che al momento, vista la ripresa lenta e fragile nel Vecchio Continente, appare del tutto irrealizzabile da qui a qualche anno, ragion per cui è probabile che il mutuo variabile continui a “battere” il mutuo fisso ancora per molto tempo.