Comprare casa: addio al mutuo monofirma

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Nel nostro Paese i finanziamenti ipotecari monofirma, ovverosia i mutui richiesti e stipulati da un unico richiedente, sono oramai praticamente spariti. A metterlo in risalto è il portale di annunci immobiliari online Idealista.it nel sottolineare come ai fini dell’accesso al credito il mercato ed il sistema bancario sia sempre di più letteralmente polarizzato verso la cosiddetta clientela “prime”, ovverosia soggetti con un reddito medio alto. Questo per dire, in altre parole, che un mutuo richiesto singolarmente da un soggetto che guadagna a mala pena 1.100-1.200 euro al mese, può anche portare ad un respingimento della richiesta stessa, ovverosia ad un esito negativo dell’istruttoria. Non a caso, in accordo con una rendente indagine a cura dell’Ufficio Studi di Ubh, prima dello scoppio della crisi subprime la percentuale di mutui concessi a lavoratori con un contratto di lavoro non a tempo indeterminato arrivava a toccare fino al 35%.

Al giorno d’oggi invece, così come riporta Idealista.it, oltre l’80% dei nuovi mutui viene rigorosamente concesso a chi presenta in banca le buste paga associate ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Questo conferma la polarizzazione sopra descritta in virtù del fatto che le banche rispetto al passato temono di più il rischio di insolvenza visto che ancora la congiuntura economica è tale che non si viaggia di certo con il vento in poppa.

Una forte polarizzazione si registra anche per quel che riguarda l’età dei mutuatari. C’è stato infatti un vero e proprio crollo dei mutui concessi agli under 30, mentre aumentano a due cifre quelli concessi a chi ha più di 40 anni. Ma come mai le banche concedono mutui alla clientela anziana con più facilità? Ebbene, questo dato deve essere letto con attenzione in quanto proprio a causa del fatto che i giovani per i mutui hanno spesso la porta sbarrata, allora sono i genitori a stipularlo per loro.