Bce, altra sforbiciata ai tagli, occhio però ai rischi

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Il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha comunicato in via ufficiale un ulteriore taglio dei tassi di interesse. Insomma, un altro tassello che rafforza un percorso di vera e propria riduzione dell’inflazione, a cui si aggiungono delle ottime stime in riferimento a questo aspetto, visto che pare che l’inflazione dovrebbe aggirarsi in maniera sempre più stabile sul 2%, che è l’obiettivo a medio termine da raggiungere per la BCE.

Proprio per questo motivo, tenendo conto di tutti questi aspetti, il consiglio direttivo ha deciso di attuare un taglio pari allo 0,25%, in base al quale il tasso di interesse che è legato ai depositi nella banca centrale subirà una riduzione pari allo 2,5%. Di conseguenza, il tasso che ha ad oggetto le più importanti attività di rifinanziamento toccherà il 2,65%, mentre il tasso di interesse ad oggetto le attività di rifinanziamento marginale si ridurrà fino ad arrivare al 2,90%.

Lagarde, però, non si nasconde dietro a un dito, mettendo in evidenza come si tratti pur sempre di un equilibrio davvero molto delicato, dato che tutto potrebbe cambiare da un momento all’altro.

È chiaro che tanto del futuro dei tassi di interesse è legato alle tensioni commerciali, che stanno continuando ad aumentare e che, inevitabilmente, potrebbero riflettersi in modo molto negativo sull’inflazione. La conseguenza principale potrebbe essere quella di un calo del prezzo dell’euro, comportando al contempo un incremento del costo delle importazioni.

In poche parole, l’ultimo taglio praticato dalla BCE ai tassi di interesse potrebbe essere anche l’ultimo. Detto questo, è chiaro che l’invito della BCE è quello di non cedere a una guerra dei dazi, dal momento che, altrimenti, il peggio sarebbe alle porte. La Lagarde ha messo in evidenza come le tensioni commerciali potrebbe comportare una riduzione della velocità a cui cresce l’Eurozona e anche gli investimenti ne risulterebbero influenzati in modo negativo.

È chiaro che queste parole fanno presagire come la BCE, nelle prossime valutazioni dei dati, dovrà attentamente approfondire ogni aspetto e criticità prima di mettere in atto un altro taglio dei tassi di interesse. Tutto questo significa che, nel caso in cui i dati metteranno in evidenza la possibilità di effettuare un’altra sforbiciata, è chiaro che la BCE non si tirerà indietro. In caso contrario, però, la banca centrale europea non applicherà alcuna riduzione dei tassi. Il problema principale, quindi, in vista del futuro, sarà proprio quello di cercare di rendere questo quadro complessivo molto più stabile e meno imprevedibile.