Mutui nel 2025, cosa aspettarsi da questo scenario

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Proviamo ad approfondire lo scenario prospettato nel 2025, soprattutto in considerazione del fatto che i tassi Euribor stanno calando molto più rapidamente del previsto nel corso del quarto trimestre del 2024. È chiaro che bisogna tenere in considerazione anche il nuovo calo, intorno ai 25 punti base, operato dalla Bce.

Un allentamento della politica monetaria? Ecco cosa ne pensano gli analisti…

In base a quanto emerso dal lavoro degli analisti, le redini meno salde circa la politica monetaria continuerà anche durante il prossimo anno. Tra l’altro, tale situazione di allentamento potrebbe essere molto più importante di quanto era stato previsto, in maniera da fungere da adeguato stimolo all’economia che sta attraversando un forte momento di crisi, soprattutto correlata alle grandi difficoltà di Francia e Germania.

Uno scenario, quindi, che si tramuta in un’occasione perfetta per chi spera di risparmiare dei soldi sul mutuo. Il prezzo totale del mutuo, infatti, potrebbe fare un passo indietro notevole durante il 2025. Il mutuo, in effetti, è un investimento di durata piuttosto prolungata, che può arrivare fino a 30 anni, in cui gli interessi passivi diventano molto importanti e condizionanti sul costo complessivo. Qualsiasi cambiamenti nei tassi di interesse, è abbastanza pacifico, può comportare un impatto notevolmente non solo sulla rata mensile, ma anche sul budget che ha a disposizione la famiglia.

Per provare a intuire quella che potrebbe essere l’evoluzione del mercato di questa tipologia di investimenti nel corso del 2025, è necessario tener conto di tante novità che entreranno in gioco, non solo in ambito economico, ma anche dal punto di vista normativo.

Gli effetti della manovra 2025 del Governo

In primo luogo, è necessario considerare quello che potrebbe essere l’impatto diretto della Legge di Bilancio 2025, che porterà in dote diverse novità in riferimento ai mutuatari. Le conseguenze dovrebbero riguardare in modo particolare le detrazioni fiscali che si riferiscono agli interessi sui mutui sulla prima casa. Una mossa che mira in modo particolare a razionalizzare le spese fiscali, visto che il Governo ha scelto di applicare un limite massimo alle detrazioni. Tale scelta finirà per provocare delle conseguenze sui contribuenti che hanno un reddito pari ad almeno 75 mila euro.

Abbastanza facile intuire come nel 2025 è atteso anche un nuovo sforzo da parte della Bce, che dovrebbe applicare ancora altri quattro tagli ai tassi di interesse. Le previsioni evidenziano come il tasso che riguarda i depositi Bce potrebbe arrivare intorno al 2,25%, avvicinandosi all’obiettivo del 2%. Uno scenario che chiaramente andrà a impattare in maniera evidente i mutui.