Mutui: TAEG interbancario scende ancora, 2.89%

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Una notizia può essere più o meno bella a seconda degli occhi che si utilizzano per leggerla. Un aforisma che i professori di storia amano utilizzare quando spiegano è che “La Storia la scrivono i vincitori”; lo stesso può dirsi della vita quotidiana, dacché la scrivono – mutatis mutandis – i giornalisti. Una singola notizia, che arriva assolutamente identica in due redazioni diverse, può essere letta in altrettanti modi diametralmente opposti eppure non perdere nulla della sua veridicità, benché sarà la sua interpretazione ad essere decisiva. Andiamo, ad esempio, a vedere il caso di un recente lancio d’agenzia relativo al TAEG applicato ai mutui.

Da Bankitalia, che mensilmente elabora e pubblica i dati del suo supplemento al Bollettino statistico, giunge il valore numerico (quindi oggettivo) di un TAEG medio interbancario che è sceso a quota 2,89%: un calo significativo, visto che alla data del rilevamento precedente si parlava di un valore attestatosi a quota 3,01% nei mesi di novembre e dicembre. Meglio non confrontare, poi, i dati di gennaio 2010 con quelli dello stesso mese dell’anno precedente, quando addirittura il tasso annuo effettivo globale mediamente applicato dagli istituti di credito era su valori vicini al 5% (4,91, per la precisione).


Torniamo quindi al discorso iniziale: come interpretare questi dati? Preoccupazione o una fiducia tale da portarci a pensare che sia il caso di investire proprio adesso nel mattone, facendo affidamento su valori che è difficile ricordare così bassi? La prima campana porta a dire che interessi bassi sono la spia di una evidente difficoltà dell’economia: se non ci sono soldi da investire, è una legge di mercato, il valore di tutte le cose cala, a fronte di una domanda che si contrae. La seconda opinione, invece, spingerebbe ad annotare che esistono gli strumenti per superare la crisi, dato che il mercato si è autoregolato andando incontro alle esigenze dei risparmiatori. Voi da che parte state?